Ancora Vulture, ancora Aglianico, un vino per cui ho già confessato il mio amore. Questa volta parliamo di Paternoster che, per gli amanti del vino e gli intenditori, non ha certo bisogno di presentazioni. L’azienda lucana di Barile sviluppa le sue vigne tra i 400 e i 600 m di altezza alle falde del grande vulcano spento che, con le sue antiche eruzioni, ha arricchito i terreni di preziosi microelementi e che, grazie alla notevole escursione termica tra giorno e notte, conferisce austerità e nobiltà all’antico vitigno di provenienza ellenica. Questa volta brindiamo a una nuova avventura intrapresa da Paternoster, il Villarotondo che, oltre a identificare il podere, dà anche il nome alla nuova linea di prodotti biologici dell’azienda. Giuv è il nome scelto (ed è anche un’abbreviazione del soprannome di famiglia) per questo Aglianico del Vulture DOC annata 2006, la cui accattivante etichetta rossa riproduce un passo di milonga. Un Aglianico che è emblema del territorio aspro e struggente da cui sgorga e che, prima di lasciare la casa madre per scaldare il cuore di chi lo beve, affina 12 mesi in barriques e 6 mesi in bottiglia. Un vino dal bel rosso lucente e dai profumi intensi che parlano degli sconfinati cieli di quella terra antica e che ben si accompagnano ai salumi locali, ai grandi formaggi e a tutti i secondi a base di carne. È grazie a queste eccellenti produzioni che il biologico acquista nuova credibilità e continua la sua affermazione sui mercati di tutto il mondo.
