nel nome del padre

Del papà di Riccardo, il compianto Bandino, ho ancora il ricordo vivissimo di quando con il suo furgone stracarico di olio e vino arrivava al Girasole e, con la sua proverbiale toscanità che non ammetteva repliche, sentenziava che olio “bono come il suo e di vino sincero come il suo un ce n’è”. Talvolta mi regalava una forma di pane casereccio, davvero straordinario, fatto con farina macinata a pietra in quel di Loro Ciuffenna e, se era in buona, anche una fetta di chianina, che toglieva a quella destinata ai suoi figlioli qua a Milano, perché sia chiaro: “noi si mangia solo la nostra carne e i nostri zolfini” (piccoli e gustosissimi fagioli, ora divenuti una rarità). Riccardo (nella foto) ha raccolto il testimone di Bandino e ha continuato, a Romignano, a coltivare l’uliveto e la vigna in maniera organica e ultimamente ha ristrutturato la proprietà realizzando, tre anni fa, una struttura agrituristica di cui va giustamente fiero. L’olio è persino migliorato (tanto papà non sente): deciso, saporito, tipico dei colli aretini, come il suo Chianti, rotondo e sincero, adatto alla tavola di tutti i giorni. Il Chianti Riserva è un vino dalla stoffa vellutata e dal corpo robusto, destinato alle occasioni importanti, come una bruschetta di pane sciapo, una ciotola di zolfini caldi con un giro di extravergine sopra, o magari una bella chianina per ricordarci di quell’omone del Bandino e per brindare a Riccardo e al suo lavoro. Gli zolfini caldi sono una sorta di cartina tornasole; l’olio che vi viene versato ne libera l’aroma, permettendo di coglierne tutti i profumi.

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