All’inizio degli anni ’70, Giulia Maria Crespi (attuale presidente del FAI, nella foto) durante un soggiorno di cura alla clinica steineriana svizzera Ita Wegman-Klinik di Arlesheim (sobborgo di Basilea) scopre il cibo biodinamico e tutto il mondo a esso collegato, ma soprattutto la straordinaria novità che attraverso il cibo sano si può guarire. Tornata in Italia decide di trasformare La Zelata, azienda agricola di proprietà, in maniera biodinamica e da allora diviene la caposcuola di tutto il movimento italiano. Nasce la Rana che canta, la simpatica ranocchia targata Demeter che non solo torna a sorridere dai bordi delle risaie risanate dalla biodinamica, ma contraddistingue anche tutti i prodotti che vengono trasformati e controllati dall’azienda agricola, dal riso alla pasta, dalle farine alla carne bovina, passando per miele, verdura fresca e, ovviamente, i formaggi, ottenuti dalla lavorazione di circa il 20% del latte prodotto. Il restante viene ceduto alla Fattoria Scaldasole che lo trasforma in yogurt. Attualmente La Zelata è costituita da due aziende, una delle quali sfrutta l’acqua purissima di un fontanile; 300 ettari di coltivo nel Parco del Ticino, un’oasi naturalistica incontaminata grazie alla corona di 300 ettari di bosco. Il riso Rosa Marchetti, ci racconta Aldo, è l’orgoglio delle Orsine. Una varietà salvata con tenacia e con passione e rilanciata anche nei migliori ristoranti grazie all’eccellente gusto e alla straordinaria versatilità e presentata nella versione integrale, semilavorata o bianca, naturalmente brillata solo meccanicamente e senza chimica.
