È rarissimo scoprire, presso le aziende vinicole italiane, l’esistenza dei libri mastri che ne documentino l’attività, i raccolti e le vendemmie. L’azienda agrobiodinamica Casale è una bella eccezione in questo senso: il libro mastro che è possibile consultare ne documenta la “vita” a partire dal 1770. Sembra di essere in qualche chateau della Borgogna, e non a Certaldo dove, nella parte alta del borgo, si trova la casa natale di Giovanni Boccaccio. È nel 1979 che Antonio, stanco di “respirare veleni”, convince il padre Giuseppe (nella foto insieme alla moglie Maria Pierina) ad abbracciare l’agricoltura ecologica. Una scelta dettata dalla volontà di proteggere la salute di chi lavora nei campi e che si riflette sui prodotti e sulla salute del consumatore. 26 gli ettari di proprietà divisi tra vigneto, uliveto e seminativo. Eccellente l’olio extravergine, caratterizzato da una bassissima acidità, profumato e saporito. Grandi i vini: il Sangiovese in purezza, il Chianti Riserva e il Trebbiano che invecchiano nelle botti di rovere. Di altissima qualità anche il Vin Santo che matura nei caratelli e davvero caratteristico l’Aspretto, un pregiato aceto di uve Chianti che enfatizza le carni rosse ed esalta pesci e verdure. Ma il prodotto di cui forse Giuseppe è più orgoglioso (anche se “è difficile scegliere tra i propri figli”) è il farro, ottenuto con un preparato omeopatico da lui stesso realizzato, sperimentandone le proprietà curative sulla propria persona. L’azienda, incastonata nel tipico scenario senese dove le vigne e gli ulivi prosperano intorno agli splendidi calanchi, merita senz’altro una visita.
